Progetti e collaborazioni

IL PROGETTO EL ALAMEIN
Progetto di salvaguardia dei luoghi della battaglia di El Alamein
(Egitto, 1942)

La collaborazione dell’ A.N.P.d’I. al «Progetto El Alamein» è nata da un incontro avvenuto il 23 gennaio 2010, nel dipartimento di geografia e geologia della prestigiosa sede universitaria di Padova, tra il Presidente Nazionale gen. Giovanni Fantini,  con i dirigenti della SIGGMI (Società di Geografia e Geologia Militare) e di «EL ALAMEIN PROJECT» presieduti dal prof. Aldino Bondesan, che si propongono attraverso una serie di iniziative scientifiche volte alla conservazione e alla valorizzazione dei luoghi della battaglia di El Alamein.

Le ragioni del progetto:

La fascia di deserto tra El Alamein e la depressione di El Qattara, pur essendo tutt’ora un’area militare ad accesso riservato, è stata interessata negli ultimi anni da una presenza turistica sempre più intensa a seguito dello sviluppo alberghiero e residenziale della zona costiera di El Alamein. Allo stesso tempo, la ricerca petrolifera ha portato alla creazione di piste, scavi ed opere che hanno riguardato e in parte già alterato, i siti principali della battaglia (Ruweisat, Mitteriya, Deir El Munassib, Naqb Rala, Haret el Himeimat, Menaquir El Daba) oltre, ovviamente, la cittadina di El Alamein e tutti i luoghi lungo la costa e prossimi al litorale.
Di conseguenza, appare urgente la necessità di esplorare e documentare tali aree, prima che le trasformazioni imposte al territorio siano causa della scomparsa delle testimonianze storiche della battaglia.

Scopo del progetto:

Salvaguardia dei luoghi della battaglia di El Alamein, attraverso la creazione di una banca dati geografica, per la valorizzazione storico-culturale e turistica dei siti in accordo con le autorità egiziane.
Il progetto avrà pertanto due fondamentali ricadute: la creazione di una banca dati, la più dettagliata ed esauriente possibile, e la formazione di un quadro conoscitivo per stabilire dei criteri di sviluppo mirati ad una razionale valorizzazione culturale e turistica dell’antica linea del fronte.
Modalità di realizzazione della ricerca Inizialmente, verrà messo a punto un Sistema Informativo Geografico (GIS), nel quale verranno inserite basi cartografiche ricavate da immagini satellitari ad elevatissima definizione e tutta la documentazione cartografica disponibile. Saranno inoltre sovrapposte le foto aeree originali dei ricognitori militari, che consentiranno il confronto tra le opere difensive e i manufatti riconoscibili all’epoca della battaglia di El Alamein e le postazioni che ancora oggi si conservano e risultano visibili attraverso l’immagine telerilevata.
Carte e immagini verranno acquisite tramite specifici accordi con enti nazionali e stranieri, musei militari e centri di documentazione.
Testimonianze ed episodi delle battaglie verranno riferiti e indicizzati alle mappe. Seguirà una ricognizione accurata dei siti con lo scopo di creare una banca dati fotografica completata da rilievi topografici con GPS geodetici, da osservazioni geomorfologiche e geologiche, da studi sui processi di sedimentazione e da prospezioni che consentano di individuare eventuali manufatti e luoghi di sepoltura. Un’apposita collaborazione con l’Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica  Osservatorio Geofisico Sperimentale di Trieste) permetterà di impiegare sul campo strumentazione geofisica particolarmente avanzata (georadar terrestre e magnetometri) con la quale verranno esplorati gli orizzonti superficiali di terreno e i riempimenti eolici delle postazioni difensive.
Il progetto sarà preceduto da uno studio pilota nell’area di El Taqa – Naqb Rala – Haret El Himeimat.

Risultati attesi:

Il progetto El Alamein consentirà l’individuazione di tutte le postazioni, scavi, trincee e manufatti presenti sulla linea del fronte. I sopralluoghi mirati sulla scorta delle osservazioni da foto aeree e da immagini satellitari, e le ricerche geofisiche, consentiranno di portare alla luce manufatti e opere militari oggi interrate e di recuperare alcune delle migliaia di resti umani che ancora giacciono disseminati o ricoperti nel deserto.
Il GIS El Alamein fornirà un supporto fondamentale per la pianificazione futura della valorizzazione culturale e turistica del deserto. Risultati attesi documentabili I risultati documentabili del progetto saranno:

  1. raccolta della bibliografia specifica sulle battaglie di El Alamein e la guerra in Africa Settentrionale;
  2. acquisizione di immagini satellitari e di foto aeree d’epoca;
  3. costruzione di un sistema informativo geografico (GIS) contenente la georeferenziazione dei documenti e analisi dei dati;
  4. creazione di un banca dati geografica, collegata al GIS, contenente foto recenti, video ed ogni altra documentazione;
  5. preparazione di relazioni specifiche sulle ricerche in loco (dati geologico-geofisici, rilievi, osservazioni);
  6. pubblicazione di articoli scientifici nelle riviste di settore;
  7. pubblicazione di articoli divulgativi in diverse sedi;
  8. presentazione dei risultati in convegni scientifici, incontri culturali, conferenze e altre manifestazioni;
  9. allestimento a stampa di un volume onni-comprensivo – corredato di carte, immagini e foto – che descriva e documenti con completezza i risultati raggiunti;
  10. realizzazione di DVD, con software di visualizzazione cartografica e relativa banca dati allegata;
  11. realizzazione di un sito WEB, che consenta la consultazione libera dei dati raccolti.

Enti e ricercatori coinvolti Il progetto è curato da un gruppo istituzionale, che nella sua forma iniziale include:
• L’Università di Padova – Dipartimento di Geografia;
• L’Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica di Trieste (INOGS).

Altre istituzioni potranno essere aggregate al progetto nelle sue fasi di sviluppo. Le attività operative del progetto verranno svolte da un gruppo di coordinamento, composto di Docenti e Ricercatori, con esperienza specifica in questioni di Military Geography e Geology of War.
Di volta in volta, al gruppo di coordinamento saranno aggregati singoli esperti nelle specifiche questioni di carattere storico, militare, geologico, geofisico, topografico, informatico e cartografico.

Sviluppi futuri

La seconda fase delle ricerche, che potrà essere pianificata alla conclusione di questo primo progetto, prevederà la realizzazione di:
a) banca dati multimediale (associata al GIS); Raccolta di immagini storiche, filmati, documentazioni varie; scansione, georeferenziazione ed inserimento nel GIS; produzione di un WEB GIS multilingue interrogabile via Internet;
b) itinerari storico-culturali: Raccolta di immagini storiche, filmati, documentazioni varie; scansione, georeferenziazione ed inserimento nel GIS; produzione di un WEB GIS multilingue interrogabile via Internet;
c) sistemi di realtà virtuale: Ricostruzione delle fasi della battaglia attraverso i più moderni sistemi di realtà virtuale.

Dall’inizio della collaborazione sono state eseguite diverse missioni dai paracadutisti dell’A.N.P.d’I. La durata per ogni missione è stata di circa due giorni e due notti nel deserto; a ogni missione ha partecipato, a proprie spese, un numero variabile di paracadutisti, coordinati da un responsabile scientifico, fornito dal SIGGMI, e da un responsabile operativo dell’ANPd’I. Tra i partecipanti, anche paracadutisti in servizio che, sulla base delle coordinate fornite dai responsabili scientifici, hanno riconosciuto e censito ben 638 postazioni, situate sul fronte Sud dello schieramento, nell’area occupata dalla Divisione «Folgore», delle quali centodiciotto sono state recuperate e riattate. Un risultato più che lusinghiero che ha dato un forte impulso anche al lavoro di ricerca puramente scientifico.
Con la riuscita delle missioni compiute dai paracadutisti, che hanno avuto il pregio di dimostrare, sul campo, la bontà dei protocolli di ricerca e censimento del progetto, elaborati dal Prof. Bondesan, parrebbe tutto risolto e avviato al naturale completamento. La complessità della ricerca (si pensi che, solo nell’area di «Quota 105», luogo del primo scontro la notte del 23 ottobre 1942, sono state rilevate quasi mille «buche») il costo delle trasferte sul campo, il costo d’acquisizione o noleggio degli strumenti scientifici necessari alla ricerca, nonché quello dell’acquisto delle immagini satellitari, ad alta risoluzione, stanno però mettendo a serio rischio il proseguimento dell’intero progetto.
Per questi motivi, cioè al fine di poter proseguire nella ricerca, i firmatari dell’accordo di collaborazione, stanno valutando alcune iniziative volte a sostenere l’afflusso di volontari, vera linfa vitale necessaria ad alimentare, con dati e informazioni verificate sul posto, l’enorme e meritevole lavoro svolto dal Prof. Bondesan e i suoi collaboratori.